Capitolo 13: Allo scoperto

Zhou Zishu si fermò improvvisamente, aggrottò la fronte, esaminò i quattro angoli della grotta e disse: «In questo luogo si trovano sia acqua che vento, perciò è impossibile che qualcuno possa averci avvelenato.»

Non osava definirsi un esperto in materia di medicina ma l’attuale imperatore, negli anni in cui era ancora principe ereditario, aveva conosciuto un giovane dello Xinjiang del Sud (*) che era tenuto in ostaggio nella capitale. Il giovane stava eseguendo l’ordine della Valle della Medicina di usare le pianure centrali (*) e il Jianghu come soggetti di sperimentazione per la loro medicina; la maggior parte dei veleni e dei rimedi originari dello Xinjiang del Sud, a quel tempo sconosciuti, furono portati da lui.

(N/T: Xinjiang del Sud: o Nánjiāng, è una delle suddivisioni amministrative della Cina, situata nel nord-ovest del paese.

Zhong Yuan: Le pianure centrali della Cina. )

Zhou Zishu poteva anche non possedere una conoscenza approfondita, ma aveva visto abbastanza da sapere che ancora non esisteva un veleno capace di causare allucinazioni tanto a lungo e di rendere le persone incapaci di distinguere la realtà da un’illusione.

Wen Kexing annuì e chiese: «Quindi qualcuno deve aver usato la divinazione (*) per intrappolarci qui… Tu ne capisci qualcosa?»

Zhou Zishu rispose con calma: «Intendi le cosiddette “tre direzioni, otto trigrammi e sei jia (*)

(N/T: Qímén dùnjiǎ <奇门遁甲>: è un’antica forma di tradizionale divinazione cinese, ancora in uso oggi.

Tre direzioni, otto trigrammi e sei jia: Gli elementi citati da Zhou Zishu sono alcuni degli aspetti della metafisica cinese su cui si basa la tecnica di divinazione sopracitata.)

Wen Kexing disse, sorpreso: «Se conosci addirittura questo, è evidente che devi aver studiato molte cose… »

Zhou Zishu lo interruppe, dicendo con calma: «Certo che no, questo è tutto ciò che so a riguardo.» Dal momento che continuare a camminare era ormai diventata un’impresa impossibile per lui, decise semplicemente di sedersi a terra. Quando aveva appoggiato la schiena alla parete, aveva lasciato che la ferita ne sfiorasse accidentalmente la superficie. Rabbrividì e fece una leggera smorfia, per poi sospirare; non si aspettava di venire ferito da una semplice bestia e che quella giornata potesse finire in modo tanto tragico, ma tale era la vita di chi incontrava seccature ovunque andasse.

Wen Kexing provò un senso di superiorità intellettuale nel pensare che, in realtà, l’altro dovesse sapere perlomeno cosa fossero “le tre direzioni e gli otto trigrammi”, ma dopo si ricordò che Zhou Zishu si era venduto per due pezzi d’argento e si rese conto di aver sbagliato miseramente. Quindi, si sedette accanto a lui, inclinò la testa per osservare la ferita sulla sua spalla e disse, gongolando giusto un po’ di fronte alle sue disgrazie: «Ti sta bene, questo è ciò che ottieni se non ti fai gli affari tuoi e insisti con il trattare un mostro nello stesso modo in cui tratteresti una bambina.»

Zhou Zishu chiuse gli occhi per cercare di riprendersi e lo ignorò.

Wen Kexing si alzò e si allontanò in silenzio, poi tornò indietro. Zhou Zishu avvertì un po’ di freddo sulla spalla e rabbrividì. Aprendo gli occhi, vide che Wen Kexing teneva in mano un fazzoletto di stoffa imbevuto d’acqua, con il quale aveva iniziato a pulirgli lentamente la ferita aperta.

Zhou Zishu si scostò subito inconsciamente per evitare il suo tocco, ma Wen Kexing lo trattenne per le spalle: «Non muoverti.»

Zhou Zishu chiese, con un’espressione sofferente: «Dove hai preso quest’acqua?»

«Al fiume.» Rispose Wen Kexing e poi, dopo aver riflettuto per qualche secondo, aggiunse: «E’ acqua corrente, perciò è davvero molto pulita.»

Zhou Zishu sentì rizzarsi i capelli in testa. Anche se in cuor suo sapeva che, dato che si trattava di acqua corrente, non sarebbe stato un problema berla o usarla per pulire le ferite, non riusciva proprio a smettere di pensare a quelle creature che nuotavano sotto la sua superficie.

Gli occhi acuti e perspicaci di Wen Kexing notarono subito che all’altro sembrava essersi accapponata la pelle, quindi si divertì a prenderlo in giro: «Sul serio? Come puoi essere così disgustato quando tu stesso sembri un mendicante cencioso? Dai, smettila di lamentarti.»

Zhou Zishu sapeva che l’altro aveva ragione, ciononostante rivolse uno sguardo disgustato al fazzoletto che teneva in mano; sembrava essere un po’ troppo grande e il disegno nell’angolo era troppo semplice per poter appartenere ad una fanciulla, sebbene si trattasse di una piccola orchidea squisitamente ricamata. Un profumo delicato ed elegante, che somigliava a quello di alcuni prodotti di bellezza, gli attaccò le narici. Quale uomo avrebbe mai osato portarlo addosso?

Non poté fare a meno di lanciare uno sguardo stranito a Wen Kexing e, poiché non c’era nessun altro lì intorno, lo prese in giro senza usare mezzi termini: «Mio caro fratello, perché porti con te gli effetti personali di una fanciulla? Potrebbe essere che ci sia una qualche sorta di storia indicibile dietro?»

Wen Kexing stava rimuovendo con cura il tessuto intriso di sangue dalla ferita aperta ma nel sentire quelle parole il suo volto divenne immediatamente inespressivo. Fece pressione e strappò con forza il pezzo della veste che era attaccato alla sua ferita. Zhou Zishu emise un “Ohw!” e i lineamenti del suo viso si contrassero in una smorfia, solo allora Wen Kexing poté ritenersi soddisfatto e rispose tranquillamente, come se niente fosse: «Questo fazzoletto è un regalo del Giovane Maestro Su Yue, un famoso cortigiano (*) e gentiluomo della città di Yangzhou, lo hai chiesto per prendermi in giro ma hai finito con il fare la figura dell’ignorante.»

Poi strappò il dono di Su Yue in strisce che usò per fasciare la ferita di Zhou Zishu.

(N/T: Huākuí <花魁>: significa “regina dei fiori”, è un epiteto usato per descrivere il fiore di prugna, una famosa bellezza o una cortigiana dei tempi antichi.)

Zhou Zishu non pensava che le persone di Jiangnan fossero tanto aperte. Anche quando la capitale, che si trovava a sole trenta miglia dal fiume Wangyue, era governata da quell’ormai defunto imperatore stravagante e immorale, non aveva mai sentito parlare di alcun cortigiano maschio, quindi glielo aveva chiesto senza riflettere.

Wen Kexing gli rivolse uno sguardo compassionevole e gli chiese: «Sei nato nella Terra dei Fiori di Pesco (*)? Nel Tianchuang sono tutti bifolchi di campagna come te o la mia ipotesi è sbagliata?»

(N/T: Shìwài-táoyuán <世外桃源>: un luogo nascosto in cui regnano la pace e la prosperità, idioma utilizzato anche per descrivere “un mondo fuori dalla realtà”.)

Zhou Zishu sogghignò: «Non ho mai ammesso di…»

Prima che potesse finire di parlare, le dita di Wen Kexing si mossero improvvisamente alla velocità della luce per colpire piano un importante punto di agopuntura sul suo petto. Se avesse colpito altrove, in un punto coperto dalle vesti, Zhou Zishu non avrebbe sentito nulla ma dal momento che era già esausto e i Chiodi stavano agendo in maniera incontrollabile, indebolendo il suo corpo, quel leggerissimo colpo fu l’ultima goccia che fece traboccare il vaso. Gemette per il dolore e si chinò in avanti: «Tu-… !»

Wen Kexing si strofinò il mento e disse con tono saccente: «Considerando quanto sei capace, non è possibile che il Tianchuang ti abbia lasciato andare tanto facilmente. I Chiodi delle Sette Aperture per Tre Autunni hanno una reputazione funesta e, basandomi sulla gravità delle tue ferite interne, posso affermare con certezza che non si tratta soltanto di una storiella. Tuttavia, vedo che sei ancora molto energico e riesci a comportarti normalmente, andandotene in giro come se niente fosse; anche se dovessi comportarti in modo un po’ stupido, non sarebbe sicuramente dovuto ai Chiodi. Può essere che abbia davvero indovinato, dopotutto?»

Zhou Zishu era completamente zuppo di sudore, ma non dimenticò di sibilare tra i denti: «Wen… Kexing, io… fottiti! Vaffanculo insieme a tutti i tuoi antenati!»

Nel vedere che l’uomo aveva smesso di recitare e riempirsi la bocca di sciocchezze del tipo “Fratello Wen di qua e fratello Wen di là”, anche se era stato appena insultato, Wen Kexing si sentì in qualche modo realizzato e quindi rispose con nonchalance: «I miei antenati sono ormai morti da tempo, inoltre, dal momento che non conosco nemmeno i loro nomi, temo che sarebbe alquanto impossibile. Tuttavia, se rimuovessi la tua maschera mostrandomi il tuo vero volto, e se esso si rivelasse essere stupendo, potrei persino essere disposto a rimpiazzare i miei antenati.»

Zhou Zishu strinse i denti, il corpo raggomitolato come fosse un grosso gambero, cercando di fare del suo meglio per meditare in modo da sopprimere e tenere sotto controllo il dolore che i Chiodi gli stavano causando. Sentendo che l’altro stava ancora blaterando cose insensate, alla fine non poté evitare di interromperlo con irritazione: «Chiudi quella cazzo di bocca!»

Wen Kexing tacque immediatamente, incrociò le braccia e si sedette in disparte ma non si sentì neanche un minimo in colpa.

Dopo un periodo di tempo indefinito, Zhou Zishu aprì gli occhi; anche se gli altri non potevano sapere quale fosse la sua vera espressione, i suoi occhi iniettati di sangue non erano un bel vedere. Disse: «E’ l’alba.»

Il dolore causato dai Chiodi si era placato, il che significava che fuori stava albeggiando e che erano quindi rimasti intrappolati in quella strana grotta per un’intera notte.

Wen Kexing annuì e rispose, senza alcuna fretta: «Sembra proprio che chiunque ti abbia condotto qui dentro lo abbia fatto deliberatamente con l’intenzione di intrappolarti.»

«Chiunque abbia condotto te qui dentro.» Disse Zhou Zishu.

«Sei chiaramente tu quello che volevano intrappolare, io sono una brava persona.» Wen Kexing non avrebbe mai ammesso la sconfitta.

Zhou Zishu lo ignorò, si alzò in piedi, sostenendosi alla parete di terra della grotta, e vi si appoggiò iniziando a pensare ad un modo per uscire di lì.

Wen Kexing gli chiese di nuovo: «Zhou Xu, tu non temi la morte?»

«La temo.» Rispose Zhou Zishu.

Wen Kexing lo guardò, alquanto sorpreso, e ascoltò l’altro che continuava a parlare seriamente: «Non ho ancora accumulato abbastanza virtù, se dovessi morire adesso chissà in cosa potrebbe farmi reincarnare il re degli Inferi nella mia prossima vita.»

Wen Kexing rifletté per un po’, dopodiché sentenziò con fermezza: «Allora, decisamente, non dovevi essere una brava persona, in passato.» Poi, prima che Zhou Zishu potesse rispondere, aggiunse: «Se è questo il caso, adesso non sarà troppo tardi per iniziare a raccogliere meriti?»

Zhou Zishu raddrizzò la schiena e iniziò a camminare, scegliendo una direzione a caso: «Perché? Non hai mai sentito il detto “Diventi un Buddha nel momento esatto in cui abbassi il coltello e lo lasci cadere a terra”?»

Wen Kexing si alzò e lo seguì: «Dove stai andando?»

«Mangerò carne di cane.» Disse Zhou Zishu: «Del resto, quella persona ci sta intrappolando in questo posto…»

«Ti sta intrappolando.» Lo corresse Wen Kexing.

Zhou Zishu alzò gli occhi al cielo e continuò: «Quella bestia è abbastanza grande, mangiarla dovrebbe essere sufficiente per resistere qualche giorno. Senza contare quelle cose nel fiume. Comunque vada, sicuramente non moriremo di fame. Non importa chi sia quella persona vestita di nero, dovrà farsi vedere alla fine.»

Wen Kexing rimase scioccato e disse con orrore: «Proprio ieri eri preoccupato che l’acqua del fiume potesse essere sporca e ora mi stai dicendo che hai intenzione di mangiare quelle cose che ci vivono dentro?»

«Quindi preferisci morire di fame e lasciare che, invece, siano quelle cose a mangiare te?» Zhou Zishu lo guardò e concluse, aggiungendo: «E’ davvero nobile da parte tua, fratello Wen.»

La luce esterna non riusciva a raggiungere la grotta, ma fortunatamente Zhou Zishu, poiché aveva pianificato di scappare nella notte, aveva portato con sé diversi fiammiferi e una splendente perla che aveva rubato ad un uomo ricco; la perla era piccola ma avrebbe riflettuto abbastanza luce per consentire loro di vedere dove mettevano i piedi. La fioca luce della perla illuminava solo metà del suo viso e Wen Kexing non fu in grado di scorgerne la carnagione malaticcia e i lineamenti sgradevoli, ma si accorse dei suoi occhi vivaci che lo stavano osservando di sottecchi con un’indescrivibile luccichio giocoso.

Quello sguardo gli era in qualche modo familiare. Wen Kexing ci pensò a lungo ma proprio non riuscì a ricordare a quale bellezza potesse appartenere, quindi rimase in silenzio.

Nel momento in cui entrambi smisero di parlare, le orecchie di Zhou Zishu colsero il suono di un respiro che non apparteneva né a lui né a Wen Kexing. Sorrise. Come aveva previsto, quel qualcuno aveva esaurito la pazienza.

Si fermò vicino al fiume e si chinò per lavarsi le mani, durante il processo afferrò il collo di uno di quei mostri, che aveva tentato di attaccarlo, lo sollevò e lo gettò a terra; il collo della creatura si spezzò e quella morì senza emettere alcun suono. Zhou Zishu raccolse un po’ d’acqua e la bevve lentamente.

Wen Kexing, il quale era abile almeno quanto lui, fissò per un attimo il suo compagno con fare pensieroso poi usò la punta del piede per spingere da una parte il cadavere e seguì il suo esempio bevendo qualche sorso d’acqua così da dissetarsi.

Proprio in quel momento, all’improvviso, dalle loro spalle un pugnale d’acciaio sfrecciò veloce come il vento in direzione dei due. Sembrava che Wen Kexing se lo aspettasse, poiché rimase calmo mentre lo schivava scansandosi di lato. Il pugnale sfiorò appena l’angolo delle sue vesti e cadde in acqua con uno “splash!”. Zhou Zishu rise, incrociò le braccia e si fece da parte per godersi lo spettacolo: «Vedi, fratello Wen? Questa trappola era per te! Dopotutto, non deve essere vero che sei una brava persona visti tutti gli sforzi che stanno facendo per ucciderti.»

Numerose lame d’acciaio sfrecciarono, dai quattro angoli della grotta, verso Zhou Zishu ma lo superarono puntando direttamente su Wen Kexing, creando un vero e proprio dedalo di armi. Wen Kexing riuscì a schivarle senza nessuno sforzo, la sue abilità con il qinggong erano molto più elevate di quanto Zhou Zishu immaginasse.

Wen Kexing lo stava, però, maledicendo internamente; quel Zhou Xu era talmente vendicativo e meschino! Non solo non era una brava persona, era assolutamente spregevole!

Wen Kexing sollevò un braccio per respingere un’altra lama, la quale sfiorò i pantaloni di Zhou Zishu e andò a conficcarsi nel terreno: «Potresti aiutarmi, mio bellissimo Zhou Xu? E’ così che pensi di accumulare meriti facendo buone azioni? Lascerai che io muoia mentre cerco di affrontare qualcuno da solo?»


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